Per troppe donne la parola gambe non è solo sinonimo di seduzione e bellezza: tre parole, “insufficienza venosa cronica”, significano, per tanta parte della popolazione femminile, disagio, ridotta libertà di movimento e d’interazione sociale e, perché no, problemi estetici. In una sola parola, ridotta qualità di vita. Benessere della donna, salute delle gambe e prevenzione flebologica sono in realtà temi inscindibili.
Le gambe gonfie sono un problema molto diffuso in generale, ma colpisce la donna con una frequenza doppia rispetto all’uomo. Sono interessate circa 4 donne adulte su 10.
Il picco di frequenza si verifica in due fasce di età: tra i 35 e i 40 anni e dopo i 60 anni. Le donne soffrono maggiormente di stasi venosa per questioni di assetto ormonale. Fra i vari effetti di pertinenza degli ormoni sessuali femminili, infatti, ci sono anche l’aumento della permeabilità capillare (che permette la fuoriuscita di liquido dai vasi nei tessuti) e il rilasciamento della muscolatura dei vasi (che ne causa la dilatazione).
Altre condizioni concomitanti possono contribuire ad aumentare la stasi venosa, come l’eccesso di peso.
Nelle persone in sovrappeso c’è una frequenza maggiore del problema, che incide fino al 70%.
L’avere avuto figli è un’altra condizione che influenza la frequenza di stasi venosa, che infatti si presenta nel 53% dei casi, contro il 26% delle donne senza figli.
I problemi circolatori che riguardano le vene sono dovuti ad una difficoltà nel ritorno del sangue dagli arti inferiori verso il cuore.
All’origine di questi disturbi c’è una progressiva perdita di elasticità delle vene: il sangue, ristagnando di più nelle vene degli arti, ne causa la dilatazione e a lungo andare lo sfiancamento. La pressione del sangue che non riesce a defluire dalle gambe causa la comparsa dei sintomi e dei segni: si cominciano a sentire le gambe pesanti e gonfie soprattutto alla sera e poco a poco compaiono altri fastidi, quali
- formicolii alle caviglie
- prurito
- senso di calore
- crampi notturni
La dilatazione delle vene può essere facilmente identificata, almeno per le piccole vene superficiali, che diventano visibili sotto la pelle (vengono comunemente chiamate “capillari”). Quando il ristagno di sangue danneggia le vene più grosse, si parla di “vene varicose”.
E’ importante sottolineare che, sebbene questo tipo di problema sia più identificabile d’estate, a causa della dilatazione venosa determinata dal clima più caldo, esso persiste anche durante l’inverno, infatti basta passare un po’ di tempo accanto ad una fonte di calore, come un termosifone o un camino, perché il gonfiore delle gambe si ripresenti.
Cosa è il “microcircolo”?
Per spiegare meglio i concetti, paragoniamo il sistema circolatorio alle strade che percorriamo ogni giorno, ad esempio per fare la spesa. Le autostrade e le tangenziali sono come le grosse arterie, in cui le macchine (i globuli rossi che trasportano l’ossigeno) corrono verso la destinazione finale (le cellule): man mano che ci avviciniamo alla nostra meta, dobbiamo ridurre sempre più la nostra velocità perché le strade si restringono (arteriole) fino al punto di fermata (capillari): qui è possibile scendere e acquistare il necessario, proprio come fanno le cellule che prendono dal sangue gli “alimenti” necessari e lo “caricano” delle scorie. Fatto ciò, il sangue riprende la strada verso casa (il cuore) percorrendo il viaggio al contrario, passando quindi prima dai piccoli capillari venosi (venule) e poi in strade sempre più grandi (vene) con velocità sempre maggiore.
Questo concetto semplice è però di importanza estrema nella vita: il sangue deve per forza ridurre la sua velocità fino a quasi zero, senza però mai fermarsi del tutto: solo così sono possibili gli scambi fra cellule e sangue. I capillari servono a questo (ma non solo): devono assolutamente impedire che il sangue “si fermi” al loro interno, e devono consentire quegli scambi “vitali” che sono fondamentali per tutti gli esseri viventi. In realtà i capillari intervengono in moltissimi altri meccanismi durante tutta la vita, ma il loro perfetto funzionamento è la base fondamentale per lo scorrimento del sangue: quindi per la nostra vita i capillari sono importanti forse più delle stesse arterie e vene del nostro corpo.
Quali sono le malattie?
Dunque i capillari non sono solo un problema “estetico”, e si ammalano come tutti gli altri vasi del nostro corpo: quasi sempre essi si ammalano prima degli altri. Per nostra fortuna i capillari sono milioni (sono grandi tanto da occupare più di un intero campo da tennis, a differenza delle vene delle arterie che sono grandi poco più che una stanza): ciò spiega perché una vena ammalata dà segni e sintomi molto precoci, mentre i capillari rimangono gravemente malati per molti anni senza farsi sentire, proprio perché sono numerosissimi.
Le “malattie” dei capillari si chiamano “microangiopatie” . Possiamo quindi ben dire che i capillari sono come un iceberg, che mostra solo una piccola parte ma che, il pelo dell’acqua, è una vera e propria montagna. Le microangiopatie sono infatti una ben nota famiglia di malattie dei capillari che possono essere presenti anche senza una vera e propria malattia dei grossi vasi, come ad es. le varici o le gambe gonfie. Questo aspetto inganna spesso anche il Medico, che considera, ancora oggi ed ha torto, i capillari come meno importanti dei grossi vasi. Oggi sappiamo che i capillari sia arteriosi sia venosi possono ammalarsi e rimanere “silenti” (non dare segni) per anni: ecco perché è importante valutare con precisione lo stato di salute o di malattia dei capillari insieme a quello dei vasi “grossi”, perché vasi piccoli e grossi sono le due facce della medesima medaglia, cioè il sistema circolatorio del corpo umano.
Una sana alimentazione aiuta la salute delle tue gambe
L’insufficienza venosa delle gambe si combatte anche a tavola con un regime alimentare che, oltretutto, è salutare per l’intero organismo.
Ideali sono i cibi ricchi di vitamina C, bioflavonoidi, rutina, grassi insaturi, potassio e magnesio.
Sono sostanza che mantengono elastici vene e capillari e trattengono l’acqua all’interno delle cellule (potassio e magnesio).
Sono presenti in grande quantità in:
agrumi, frutti di bosco e, in generale, in tutta la frutta e la verdura fresca (che va consumata in abbondanza, almeno 3 volte al giorno)
frutta secca
legumi non conservati e cereali integrali
pesce
olio extra vergine d’oliva e olio di semi crudi
Vanno invece limitati il più possibile i cibi ricchi di sodio (che svolge una funzione contraria a quella di potassio e magnesio, richiamando l’acqua fuori dalle cellule) e di grassi animali.
Per esempio:
tutti i cibi conservati
salumi e burro
dadi ed estratti di carne
Per quanto riguarda la preparazione, meglio evitare i fritti e intingoli pesanti. E’ anche opportuno limitare il più possibile l’aggiunta di sale.